La bellezza nel tiro con l’arco
Come non restare incantati guardando la natura, un tramonto dorato, la bellezza dell’arte in tutte le sue sfumature, sentire una musica che ci tocca l’anima ed il cuore, stare con la persona che si ama, passare del tempo con i propri figli, ascoltare ed ammirare un attore che recita, un pittore che stende il colore sulla tela ed un arciere che tende l’arco. La bellezza del loro gesto è quella sensazione che fa sembrare semplice l’uscita della freccia dall’arco è un immagine, un suono, un tempo velocissimo nel quale «anni di allenamenti» si condensano purificandosi ed esprimendo la loro essenza magnifica. Mi ricordo di aver visto, ed era la prima volta che lo vedevo dal vivo, un arciere della Nazionale Italiana. Io stavo iniziando a tirare ed ero assetato di informazioni e curioso, quando l’ho visto tirare mi sono detto, «tutto quà ..». nel proseguire della mia carriera ho capito che il «tutto quà» era faticoso e complesso. Quest’arte millenaria, diventata sport, ti prende dentro nel profondo, ti insegna che sei solo con il tuo arco e la tua freccia, senza mediazioni od aiuti, ti sussurra all’orecchio «devi essere l’arco e la freccia, la sicurezza della stabilità e l’incertezza che vola verso una meta, devi essere la tua vita con il bene ed il male che si alternano ma devono trovare l’equilibrio dentro di te. Non aver paura di sbagliare se sei concentrato ed attento ma se dovesse succedere, riprova e riprova ancora fino a che anche tu diventi spirito, arco e freccia» Sono convinto che tutti gli arcieri devo tendere al bel gesto, perchè la bellezza è funzionale e non spreca nulla.
Quando vi allenate o gareggiate, sforzatevi ad essere «belli» nel gesto e dentro di voi. Il tiro con l’arco, deve anche essere uno stile di vita che contempla la bellezza interiore con tutte le sue sfumature, cercate la bellezza di applicarvi fino in fondo nell’arte della vita, senza preclusioni di sorta alle idee di altri, anzi ascoltate gli altri, di qualsiasi età ed estrazione, sono esperienze che vanno condivise, siate belli anche tra voi, siete Arcieri, comunicate la vostra passione e tutto quello che avete visto e fatto, parlate molto con il vostro Istruttore perchè condivide con voi ogni momento di allenamento o gara, vi garantisco che qualche volta non vorrebbe vedervi in difficoltà ma sa che devi farvi provare la sconfitta di una freccia non tirata bene, per poi tendervi la mano e rialzarvi. L’Istruttore è la vostra memoria storica, si ricorda di ogni particolare del vostro tiro o sguardo enigmatico che avete lanciato in cerca di aiuto. Tendete alla bellezza anche dei rapporti interpersonali, siete Arcieri, poeti e filosofi hanno decantato le nostre qualità. Se volete leggere pagine bellissime non può mancare «lo Zen e il tiro con l’arco» è se volete veder scritte le sensazioni d’arciere, Paulo Coelho le descrive magnificamente. Non conosco un Inno musicale dell’arciere, anche se lo immagino scritto dalla maestria di Enio Morricone, dipinti tanti e non so cosa scegliere, frasi ne ho trovate e voglio condividerle con Voi, leggete con calma e pensate alle parole che leggete. Ecco le doti dell'arciere: insistenza, attesa e coraggio. Insistenza nell'esercizio, attesa del momento giusto, coraggio di sbagliare, di rischiare un tiro verso il niente. Ora, tutto questo va contro la logica comune. Ma non importa. L'arciere vive fuori dal tempo, in una dimensione infinita. Finché il tempo non cesserà. Kahlil Gibran (Poeta e scrittore) Ogni problema crea un'opportunità per migliorare La vittoria ha centinaia di genitori, la sconfitta è orfana Non indugiare troppo sui tuoi errori C'è una sindrome nello sport che si chiama "paralisi attraverso l'analisi", significa che spendi troppo tempo ed energia analizzando i tuoi errori fino a paralizzarti Nessuno può renderti inferiore a meno che tu non sia d'accordo con lui Se hai provato a fare qualcosa e hai fallito, sei certamente migliore di quando hai provato a non fare nulla e ci sei riuscito perfettamente Gli ostacoli sono quelle temibili cose che vedi quando togli gli occhi dalla meta Il successo non si può imitare, lo si deve creare Se sei in difficoltà analizza l'origine della mancanza di controllo Se non sei abbastanza grande da sopportare le critiche, sei troppo piccolo per essere lodato Se in ogni gara pensi ai punti della tua migliore prestazione non migliorerai mai, tutti i progressi richiedono "rischio" Quando vuoi di più fai in modo di valere di più Il tiratore con abilità mediocre, a volte raggiunge il successo perché non conosceva abbastanza la materia per desistere Le migliori mani che ti possono aiutare in gara sono quelle che sono alla fine delle tue braccia In qualsiasi vocabolario la parola successo viene dopo allenamento, lavoro, sacrifici Lo scoraggiamento è figlio illegittimo di false aspettative L'errore in una nostra egoistica idea del successo è che troppo spesso si pensa a dove siamo (tecnicamente parlando) e non a quanto lontano siamo arrivati I soli muri impermeabili sono quelli che tu costruisci intorno a te, occorre pazienza per essere un buon tiratore, occorre conoscenza per essere una brava persona; insieme pazienza/conoscenza fanno un campione Tira in gara e lavora in allenamento ( di solito si lavora in gara e si tira in allenamento) L'arciere è uno dei più bugiardi degli sportivi, spesso attribuisce all'arco, all'attrezzatura, al vento e…quasi mai si sente dar colpa alla sola vera causa: stesso Paulo Coelho „Il volo della freccia. La freccia è l'intenzione che si proietta nello spazio. Una volta che è stata scoccata, non c'è più nulla che l'arciere possa fare, tranne osservarne la traiettoria in direzione del bersaglio. Quando l'arciere tende la corda, può vedere il mondo intero dentro il suo arco. Quando segue il volo della freccia, questo mondo gli si avvicina, lo accarezza, dandogli la perfetta sensazione di aver compiuto il proprio dovere. Un guerriero della luce dopo aver fatto il suo dovere e aver trasformato la sua intenzione in gesto non deve temere più nulla: ha fatto ciò che doveva. Non si è fatto paralizzare dalla paura, anche se la freccia non dovesse colpire il bersaglio, egli avrà un'altra possibilità perché non è stato un vigliacco.“ Erodoto Chi possiede un arco lo tende quando deve usarlo e dopo lo lascia allentato; questo perché se restasse continuamente in tensione l'arco si spezzerebbe, e quindi gli arcieri, al momento buono, non potrebbero più servirsene. Identica è la condizione dell'uomo: uno che vuole essere sempre serio e non si lascia andare ogni tanto allo scherzo senza nemmeno accorgersene diventerebbe pazzo o idiota. Eugen Herrigel, lo Zen e il tiro con l’arco. Il tiro con l'arco non mira in nessun caso a conseguire qualcosa d'esterno, con arco e freccia, ma d'interno e con stesso. Arco e freccia sono per così dire solo un pretesto per qualcosa che potrebbe accadere anche senza di essi, solo la via verso una meta, non la meta stessa, solo supporti per il salto ultimo e decisivo. Daisetz T. Suzuki, Introduzione a Eugen Herrigel, Lo Zen e il tiro con l'arco, Per essere veramente maestro nel tiro con l'arco la conoscenza tecnica non basta. La tecnica va superata, così che l'appreso diventi un'arte inappresa, che sorge dall'inconscio. Eugen Herrigel, Lo Zen e il tiro con l'arco, L'arte del tiro con l'arco porta questo con sé: l'arciere affronta sé stesso fin nelle ultime profondità. Koan Zen Una volta un arciere inesperto si pose di fronte al bersaglio con due frecce in mano. Il maestro disse: "I principianti non dovrebbero portare con due frecce, perché facendo conto sulla seconda trascurano la prima. Ogni volta convinciti che raggiungerai lo scopo con una sola freccia, senza preoccuparti del successo o del fallimento". JIN RHON Ci sono due cose che non tornano indietro: una freccia scagliata ed un'occasione perduta. Gli Arcieri sono belli …… buon tiro.
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Fontana Alessandro - Allenatore e Docente incaricato FITARCO